ARTRIBUNE

Niccolò Lucarelli, January 13, 2024

Arte contemporanea in Costa d’Avorio. Storia della Galleria Farah Fakhri 

Sostenere gli artisti e superare la diaspora: questi gli obiettivi di Farah Fakhri, che ha appena inaugurato la sua nuova galleria ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Le abbiamo chiesto di raccontarci questa sua avventura. 
 
Aperta a fine dicembre 2023 ad Abidjan, la Galleria Farah Fakhri arricchisce la scena artistica contemporanea della Costa d’Avorio, un Paese dove ancora c’è molto da fare in termini di sviluppo culturale, e dove purtroppo il sostegno del governo in questo settore ancora latita. Farah Fakhri ci racconta la genesi di questa avventura. 
 
Perché hai deciso di aprire una galleria? 
Ho sviluppato una passione per l’arte contemporanea per la prima volta mentre lavoravo per Chanel, dove ho avuto l’occasione di occuparmi di eventi organizzati presso istituzioni di spicco come l’Institut du Monde Arabe, a Parigi, il Museo di Storia Dongdaemun a Seoul o Ca’ Pesaro a Venezia. Ero circondata dall’arte visiva e ho capito che si trattava di qualcosa che alla fine avrei ulteriormente approfondito. 
Al mio ritorno ad Abidjan, ho iniziato a costruire una collezione di famiglia nata sia dalla passione personale, sia dalla forte influenza locale. Allo stesso tempo, ho iniziato a sostenere artisti in tutta l’Africa e ho trasformato quello che una volta era uno spazio personale di socializzazione in una piattaforma di incontri e connessioni. Da molto tempo colleziono arte africana, e la decisione di aprire uno spazio dedicato agli artisti del continente e della diaspora è stata naturale. 
 
Che tipo di strumenti e servizi offri agli artisti? 
La galleria è una piattaforma per lo scambio culturale attraverso programmi di residenza e un luogo d’incontro per artisti, collezionisti e appassionati. Per il programma di residenza e il programma espositivo invito artisti africani del continente e della diaspora per poi interagire con la dinamica, seppur modesta, comunità artistica della Costa d’Avorio. Portando gli artisti africani in dialogo con il pubblico e i creativi internazionali, la mia ambizione è quella di espandere idealmente la galleria oltre le sue mura per progetti fuori sede in cui artisti affermati vengono presentati insieme ad artisti emergenti. Quando ho avviato il programma di residenze nel gennaio del 2023 volevo gettare le basi di un’infrastruttura che incoraggiasse il dialogo continuo tra artisti del continente e della diaspora. È stata poi una mia ambizione a lungo termine aprire uno spazio per esporre l’arte contemporanea africana, e la mia speranza è che cresca fino a diventare un centro culturale per la discussione creativa e il supporto artistico in Africa e all’estero. 
 
Come descriveresti la scena artistica contemporanea della Costa d’Avorio?
Il Paese vanta una fiorente comunità impegnata in varie forme di espressione, fra cui pittura, scultura, fotografia, danza, musica, cinema e arti digitali, varietà che sottolinea la nostra ricchezza culturale. Molti eventi culturali, mostre, una Art Week e incontri artistici si svolgono già in Costa d’Avorio; fino ad oggi, sono state soprattutto le istituzioni culturali a svolgere un ruolo cruciale nel sostenere e promuovere gli artisti locali, ma negli ultimi anni ho assistito a un crescente bisogno di un tipo di supporto più personale e focalizzato sulla carriera, inclusa una maggiore connessione con i colleghi della diaspora
In un momento in cui è più necessario che mai, alcuni artisti con cui lavoriamo si impegnano attivamente nelle sfide contemporanee, siano esse ambientali, sociali o politiche. Le loro opere servono per aumentare la consapevolezza e innescare dibattito all’interno della società. 
 
Come ha reagito il pubblico? C’è interesse per le mostre che organizzi? 
La buona risposta dei collezionisti e degli appassionati è indicativa di un crescente apprezzamento per le diverse narrazioni. I visitatori, provenienti da ambienti diversi, sono rimasti affascinati dalla varietà di opere esposte. La mostra inaugurale racconta il mio impegno nel presentare opere che approfondiscono l’identità individuale e collettiva degli africani, nonché visioni sociali più ampie, e ha suscitato profonde riflessioni. 
Questa reazione straordinaria della comunità è un buon indicatore della missione della galleria nel promuovere un dialogo significativo al suo interno. Offrendo uno spazio in cui l’arte funge da canale per discussioni su cultura, politica e società, la galleria non solo mette in contatto il pubblico con le espressioni artistiche contemporanee, ma contribuisce anche a una più ampia comprensione delle connessioni fra l’arte e i contesti dai quali nasce. 
 
Qual è l’impegno della galleria verso le giovani generazioni?
Siamo orgogliosi di poter offrire loro diverse opportunità legate alla scena artistica. Il nostro obiettivo principale è fornire un’educazione culturale completa a coloro che crescono nella nostra vivace comunità. 
Crediamo fermamente nell’importanza di offrire agli studenti, e a chiunque lo voglia, un accesso che di solito non hanno alla scena artistica internazionale, pur rimanendo profondamente radicati nella nostra città. Siamo orgogliosi di collaborare con istituzioni importanti come INSAAC e Beaux Arts d’Abidjan. Queste collaborazioni ci consentono di costruire un ponte tra i talenti locali emergenti e la scena artistica globale, offrendo opportunità uniche di apprendimento e ispirazione. 
Inoltre, organizziamo di dibattiti e simposi sulla scena artistica africana contemporanea; occasioni in cui le giovani menti possono impegnarsi in discussioni significative, ampliando i propri orizzonti e favorendo una comprensione più profonda del proprio patrimonio artistico.

 

https://www.artribune.com/dal-mondo/2024/01/galleria-farah-fakhri-intervista/

 

 

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